Il Governo di Berlino boccia gli eurobond avanzati dal Governo italiano e torna alla carica con la proposta di una nuova accisa su benzina e gasolio.
La Germania torna alla carica sulla possibilità di istituire una tassa addizionale sui carburanti, per finanziare la risposta comunitaria all’emergenza immigrati. E lo fa, a quanto riferiscono alcune fonti vicine ai vertici UE, prendendo a prestito una recente proposta che era stata avanzata, all’inizio di quest’anno, dal ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schauble.
Più nel dettaglio, si tratta della copertura di un fondo, pari a 3 miliardi di euro, che l’Unione Europea dovrà destinare al Governo turco per mettere in atto misure di arginamento all’entrata dei flussi di migranti, che provengono da Siria e Iraq, attraverso i territori ad est della UE.
È lo stesso Schauble ad avere sottoposto al presidente della Commissione Europea, Jean – Claude Juncker, la proposta, che ricalca una posizione analoga già sottolineata, lo scorso gennaio, dal potente ministro tedesco. In quell’occasione, Schauble aveva dichiarato ai taccuini della Suddeutsche Zeitung un proprio parere possibilista in merito all’introduzione di una tassa su ogni litro di carburante venduto al distributore: “Occorrerà metterci d’accordo per immettere una certa tassa sul carburante da destinare alla messa in sicurezza dei confini dell’area Schengen, se i fondi delle singole Nazioni comunitarie, allo stesso modo di quelli europei, non fossero sufficienti. La questione, fra le più urgenti, va affrontata a livello europeo”, era stata in estrema sintesi la dichiarazione di Scahuble.
In queste ore, la Germania ha espresso un proprio parere negativo alla proposta – avanzata dal Governo italiano – relativa all’emissione di eurobond per finanziare le misure anti – crisi migratoria: la possibilità relativa alla creazione di “bond comuni europei per l’immigrazione” era stata sollevata da Roma in un documento inviato a Juncker e Donald Tusk, con il progetto di una strategia comune sulla scorta di nuovi fondi di finanziamento condiviso fra le Nazioni dell’Unione Europea per coprire le spese di gestione dei migranti nei vari Paesi UE.
Forse, per la Germania una tassa in più sui carburanti appare più immediata e facile da eseguire. Va tuttavia considerato (e non è mai stato un segreto) che l’Italia, nonostante le relativamente basse quotazioni del petrolio, detiene il record (negativo) dei prezzi al dettaglio di benzina e gasolio, dove un enorme peso deriva proprio dalle accise. In media, come aveva recentemente rilevato il Codacons, i prezzi dei carburanti in Italia sono più alti del 20% rispetto agli altri mercati UE.
A questo proposito, già nei giorni scorsi Altroconsumo aveva avanzato una petizione per abolire le famigerate accise sui carburanti, che incidono sul 50% del prezzo: un totale di 16 “balzelli” creati, nel tempo, per far fronte ad emergenze nazionali e che – almeno in teoria – sarebbero dovute essere eliminate una volta terminate le immediate necessità collettive. E occorre segnalare che fra le accise che gravano sul portafoglio degli automobilisti c’è già una tassa che si occupa di questioni legate all’immigrazione: 4 centesimi (0.040 euro) per far fronte all’emergenza migranti in seguito alla crisi libica del 2011, secondo quanto disposto dalla Legge 225/92.