Il prezzo del petrolio Wti è tornato sotto quota $50 a barile. Gli occhi sono ora puntati a dati sulle scorte USA. Cosa aspettarsi per il futuro della quotazione?
Prezzo del petrolio – Il prezzo del petrolio sembra non trovare pace e nella sessione di mercoledì è tornato a scendere sotto i 50 dollari a barile. Gli occhi sono ora puntati ai dati sulle scorte USA che saranno rilasciati in giornata.
Il prezzo del petrolio è tornato a scendere nella sessione di oggi a causa di un report dell’API, l’American Petroleum Institute, che ha parlato di un aumento delle forniture di greggio di 4,8 milioni di barili questa settimana. Tali dati saranno confermati da quelli sulle scorte USA?
A pesare sul prezzo del petrolio continuano ad essere soprattutto le preoccupazioni legate all’efficacia dell’accordo OPEC raggiunto ad Algeri. L’accordo prevede infatti l’imposizione di un tetto alla produzione di greggio e ha lo scopo di riequilibrare la domanda e l’offerta mondiali di petrolio.
All’accordo OPEC, che ha inoltre l’obiettivo di normalizzare il prezzo del petrolio, ha fatto seguito poi il tentativo di un nuovo compromesso tra paesi OPEC e paesi esterni all’Organizzazione. Il meeting che si è tenuto ad Istanbul si è però concluso con un nulla di fatto e le preoccupazioni relative all’efficacia dei tagli alla produzione hanno continuato a pesare sul prezzo del petrolio.
Tutta l’attenzione degli analisti sarà oggi puntata sui dati USA relativi alle scorte di greggio. I risultati saranno pubblicati alle ore 16:30 di oggi e andranno certamente ad influenzare l’andamento del prezzo del petrolio, che è attualmente ancora in ribasso. Che cosa aspettarsi per il futuro della quotazione?
Molti analisti sono convinti che il prezzo del petrolio continuerà a salire entro la fine dell’anno, ma altri credono fermamente che la quotazione subirà un nuovo imponente crollo.
A parlare del futuro del prezzo del petrolio è stata anche la Banca Mondiale (World Bank), la quale ha rivisto al rialzo le sue stime sulla quotazione di greggio per il 2017. Secondo la Banca Mondiale, infatti, il prezzo del petrolio raggiungerà una media di 55 dollari a barile nel prossimo anno – due dollari in più di quanto precedentemente previsto.
Accanto alle previsioni rialziste della World Bank vi sono però quelle ribassiste di nomi altisonanti tra cui Goldman Sachs e Citigroup, solo per citarne qualcuna, che hanno invece prospettato un crollo del prezzo del petrolio a quota 20 dollari a barile. A mettere in agitazione la quotazione continuano comunque ad essere le già citate preoccupazioni relative all’efficacia dell’accordo OPEC. Quali le previsioni per il futuro andamento del prezzo del petrolio alla vigilia dei dati sulle scorte USA?
Gli analisti hanno previsto che le scorte di petrolio greggio degli USA, che nell’ultima rilevazione erano diminuite di 5,2 milioni di barili, aumenteranno di 1,699 milioni di barili. Un aumento delle scorte potrà probabilmente influenzare al ribasso il prezzo del petrolio.
La quotazione di greggio è tornata a toccare minimi di tre settimane. Attualmente il prezzo del petrolio Wti è infatti in ribasso dell’1,12% e scambia a quota 49,4 dollari a barile. Il prezzo del petrolio Brent è poi in ribasso dell’1,04% e scambia a 50,26 dollari a barile.
A pesare sul perzzo del petrolio questa settimana è stato anche l’iraq. Il paese ha infatti affermato di voler essere escluso dall’accordo raggiunto ad Algeri e relativo ai tagli alla produzione di greggio, cosa che ha messo in nuova agitazione il prezzo del petrolio e ha aggiunto nuove preoccupazioni sull’efficacia dei risultati raggiunti tra i membri dell’Organizzazione.
“Il rischio è quello di un effetto domino che potrebbe seguire il rifiuto dell’Iraq e potrebbe portare gli altri produttori a non tagliare la produzione”,
ha affermato Gao Jian, analista della SCI International. Tutto ciò non ha fatto altro che tenere il prezzo del petrolio sulle montagne russe. Mohammed Barkindo, il segretario generale dell’OPEC si recherà in giornata a Baghdad proprio per tentare di risolvere tale controversia con l’Iraq.
Secondo gli analisti l’aumento delle discordie interne all’OPEC potrebbe mettere in discussione la partecipazione della Russia nell’operazione di taglio all’output il che potrebbe portare ad un nuovo crollo del prezzo del petrolio.
I membri dell’OPEC si incontreranno il 30 novembre prossimo a Vienna per discutere le quote individuali, ossia i tagli che ciascun paese dovrà affrontare al fine di limitare la produzione del gruppo a 33 milioni di barili al giorno. Tuttavia molti analisti sono convinti che, così come è stato per Istanbul, anche la riunione di Vienna si concluderà con un nulla di fatto e il prezzo del petrolio non farà altro che risentirne.
Ricordiamo, tra le altre cose, che il prezzo del petrolio sta risentendo anche degli impianti di produzione USA che a quanto pare sono aumentati nelle ultime settimane. Come reagirà il prezzo del petrolio di fronte a così tanti elementi di incertezza e fin dove potrà arrivare la quotazione? Alle stelle, secondo alcuni, e nel baratro, secondo altri. Occhi puntati, adesso, sui dati relativi alle scorte USA.
Autore: Cristiana Gagliarducci
Fonte: https://www.forexinfo.it