23 Luglio 2016 – 18:00 Flavia Provenzani
Il prezzo del petrolio nell’ultimo mese ha smesso di offrire spunti interessanti e, con molta probabilità, la situazione rimarrà invariata fino al 2019 secondo una delle ultime analisi pubblicate dalle case di investimento.
Gli investitori stanno diventando sempre più stanchi delle previsioni contrastanti sul prezzo del petrolio.
Alcuni analisti parlando di una prossima discesa del prezzo del petrolio a quota $20 a causa del continuo eccesso di offerta. Altri sostengono che l’eccesso è sovrastimato e che la quotazione del greggio è sulla buona strada per raggiungere gli $80 al barile o oltre entro la fine dell’anno.
La probabile verità, come al solito, probabilmente è nel mezzo, almeno per il momento
Secondo alcuni consulenti alla Douglas-Westwood, il prezzo del petrolio rimarrà dove è ora (tra i 40 e i 50 dollari al barile) fino al 2019, quando la produzione di petrolio offshore finalmente crollerà.
L’analisi della società studia l’andamento di 15 progetti offshore su larga scala che stanno impattando sul prezzo del petrolio, tra cui South Pars in Iran, Lula in Brasile e Tsimin-Xux in Messico. Questi tre impianti da soli, secondo le proiezioni, produrranno insieme 1.617 milioni di barili al giorno nel 2017.
Per offrire una giusta prospettiva, a livello mondiale l’EIA prevede che il consumo di petrolio il prossimo anno aumenterà di 1,5 milioni di barili al giorno, per un totale di 96,78 milioni di barili al giorno, contro la produzione totale stimata di 96,79 milioni di barili al giorno.
Anche la produzione di gas continua ad aumentare grazie a progetti come Gorgon e Wheatstone al largo della costa australiana, e all’espansione dell’offerta in Medio Oriente, in particolare in Iran e Qatar, insieme ad una serie di progetti negli Stati Uniti e altrove. Tutti fattori che spingono al ribasso il prezzo del gas naturale.
Allo stesso tempo, però, gli analisti della Douglas-Westwood notano che molti progetti offshore sono stati cancellati. È solo che l’effetto sulla produzione complessiva di petrolio non entrerà nel vivo prima del 2019. Dopo di che il mercato del prezzo del petrolio avrà un altro problema da affrontare: intensificare la produzione in discesa dopo aver tagliato migliaia di posti di lavoro e aver ridotto al minimo gli investimenti.
Aggiungiamoci tutti i macchinari rimasti inattivi per anni e l’industria del petrolio e del gas potrebbe benissimo affrontare una nuova crisi.
Non sembra esserci alcuna via d’uscita da questo circolo vizioso
I produttori di petrolio e di gas si trovano ad affrontare maggiori costi di produzione per la perforazione in mare aperto, nonché una carenza di forza lavoro nei prossimi anni.
In una tale situazione, l’unica cosa da fare è trarre il meglio da ciò che si ha. L’eccesso di offerta sarà ancora una volta un effetto collaterale inevitabile.
Fonte: www.forexinfo.it